“In his memoirs, Stefan Zweig describes an event in the spring of 1914, when not many people thought that war would break out. He was in France, in a cinema in Tours. The newsreel was running on the screen. After a sporting event, the news switched to the Kaiser’s visit to the Emperor of Austria-Hungary. Old Franz Joseph was walking towards a train, a little bent over, hesitant. People were laughing indulgently. Then the door of a carriage opened and the Kaiser, Wilhelm II, was seen. Suddenly all hell broke loose among the well-educated audience (cinema was then a relatively expensive pastime). Even the children were screaming, without knowing why. It was only a moment, but it revealed to Zweig how much hatred propaganda had managed to accumulate. The citizens of Tours did not know who this man was, but they knew, with unshakable certainty, that he was evil and that he was to be hated. A moment later they were laughing good-naturedly in front of other images”…
In my life I have been the victim of several malicious gossip campaigns. Especially in recent years. Reading the words in quotation marks, it became very clear to me about the type of dynamic that slander produces. I understood that, in my case as in the case of many others, it was precisely propaganda. People who didn’t know me, who didn’t yet know how to match my name to my face, hated me for no reason. They knew many things about me (things that weren’t true) without ever even having had the opportunity to talk to me. People who didn’t even know me expressed anger, mockery and malice towards me. And yet for them I have never been anything more than a character who appeared on the ephemeral film of a movie written and shot by others. This is how many people live, as if they were sitting in front of the cinema screen of life with a packet of popcorn in their hand and an ice-cold drink. I felt so bad for all the malice received for no reason from people I don’t know and didn’t know. The greatest pain was not being able to explain to myself why there was so much gratuitous hatred. The words that I put in quotation marks above, and that I transcribed in my notes a long time ago without unfortunately adding the name of the person who said them, made me “drop the token”. They helped me understand. I understood how gossip works exactly in the same way that the disinformation propaganda of the media works. Society is what we are individually. All of this concerns our individual and collective level of consciousness, the way in which we are uncritically, unconsciously accustomed to living. And unfortunately it will disappear only the day we are evolved enough to no longer need it. It is still a long journey.
The next time you feel invaded by hatred for a person you do not know but have only heard of, stop for a moment, breathe and ask yourself: why am I hating someone whose name I only know (or maybe You don’t know even that)? Get out of the spell of propaganda and root yourself in Consciousness. If you can, of course.
“Nelle sue memorie Stefan Zweig descrive un episodio della primavera del 1914, quando ancora non molti pensavano che sarebbe scoppiata una guerra. Si trovava in Francia, in un cinema di Tours. Il cinegiornale scorreva sullo schermo. Dopo un evento sportivo, il notiziario passò alla visita del Kaiser all’imperatore d’Austria-Ungheria. Il vecchio Francesco Giuseppe camminava verso un treno, un po’ curvo, esitante. La gente rideva con indulgenza. Poi la porta di un vagone si aprì e si vide il Kaiser, Guglielmo II. Improvvisamente scoppiò l’inferno fra quel pubblico beneducato (il cinema era allora un passatempo relativamente costoso). Anche i bambini strepitavano, senza sapere perché. Si trattò solo di un attimo, ma rivelò a Zweig quanto odio fosse riuscita ad accumulare la propaganda. I borghesi di Tours non sapevano chi fosse quell’uomo; sapevano però, con incrollabile certezza, che era il male e che andava odiato. Un momento dopo ridevano bonari di fronte ad altre immagini”…
Nella mia vita sono stata vittima di diverse campagne di gossip maligno. Soprattutto negli ultimi anni. Leggendo le parole in virgolettato, mi si è chiarito molto sul tipo di dinamica che la maldicenza produce. Ho capito che, nel mio caso come nel caso di moltissimi altri, si è trattato proprio di propaganda. Gente che non mi conosceva, che non sapeva ancora abbinare il mio nome alla mia faccia, mi odiava senza un perché. Loro sapevano molte cose di me (cose non vere) senza neanche avere mai avuto l’occasione di parlare con me. Gente che proprio non mi conosceva ha espresso rabbia, scherno e cattiveria nei miei confronti. Eppure per loro non sono mai stata nulla di più che un personaggio apparso sulla pellicola effimera di un film scritto e girato da altri. E’ così che tanta gente vive, come se se ne stesse seduta di fronte allo schermo del cinema della vita con un pacchetto di pop-corn in mano e una bibita ghiacciata. Sono stata tanto male per tutta la cattiveria ricevuta gratuitamente da chi non conosco e non conoscevo. Il dolore più grande è stato non essere riuscita a spiegarmi il perché di tanto odio gratuito. Le parole che ho virgolettato qui sopra, e che ho trascritto tra le mie note tanto tempo fa senza aggiungere purtroppo il nome di chi le ha proferite, mi hanno fatto “scendere il gettone”. Mi hanno aiutata a capire. Ho capito come il gossip funziona esattamente nello tesso modo in cui funziona la propaganda di disinformazione dei mezzi di comunicazione. La società è quello che noi siamo individualmente. Tutto questo riguarda il nostro livello di coscienza individuale e collettivo, il modo in cui siamo acriticamente, a-coscientemente abituati a vivere. E purtroppo scomparirà solo il giorno in cui saremo abbastanza evoluti da non averne più bisogno. E’ ancora un lungo viaggio.
la prossima volta che ti senti invaso dall’odio per una persona che non conosci ma di cui hai solo sentito parlare, fermati un istante, respira e chiediti: perché sto odiando qualcuno di cui conosco solo il nome (o forse nemmeno quello)? Esci dall’incanto della propaganda e radicati nella Coscienza. Se ce la fai.