I am a person with a very active mind. And in fact this is my challenge. Moving from the mind to the heart. It is a very long journey that I began a long time ago. But now, after so many years and so much concentration, I am finally starting to see the results. It is not a given for a person who has suffered a lot and continuously. Prolonged suffering in a human being has precisely this effect: separating the mind from the rest of the body. From emotions. Because these are too violent to even be welcomed. Let alone managed. And so it happens that your unconscious becomes convinced that you need a respite. Providing for you to disconnect communications between one level of being and another. And suddenly you find yourself imprisoned where the energy pushes you. In the head, precisely. Because you are no longer rooted or have never been. And so the energy, unable to plant you on the ground, where you would feel your entire history tormenting you relentlessly, pushes you up, into the head. That is where you begin to live. That’s where everything happens. And to realize that you are living your life in a mental cage, you need luck. Or rather, you need Consciousness to decide that it is time to reintegrate the different parts of you and therefore it acts putting you in those circumstances or situations where you suddenly realize how things are and that what seemed normal to you, that is, living in your head, has never actually been. From there, a long journey begins. At the beginning, mostly an ordeal. And the road is also full of dangers. The most insidious of all is that the mind tries to catch you again by making you “think” that having discovered this unassailable truth, you are now okay. You are awakened. You are a spiritualized human! It’s done! How many of them do I see around like this… These people fill yoga classes, read oracles, attend NL P courses, spiritual communities of all sorts, holistic centers, play rickety shaman drums on Tik Tok, write inspired spiritual poems on Facebook… And I could go on with the list, which is quite long. They talk about spirituality and dispense advice that is like shortcuts that solve nothing. “You have to open your heart!”. “It’s time to root yourself!”. “You have to forgive!”. “Yes, be grateful!”. “Wake up!!!@*! #!!!!”. Bypassing is a phenomenon that psychologists know well. That is, the tendency of the psyche – or rather the mind -, which over time becomes structural, to take refuge or escape into what they believe to be spirituality to avoid having to deal with the painful and still well-buried aspects of their life. When I began my spiritual journey 25 years ago, luckily I was alone. I wasn’t part of any group or school of thought. A guy gave me a book by a certain Satprem, an interview about his meeting with a certain Sri Aurobindo and a French woman who called herself “The Mother” and that’s where it all started. For fun, one day I sat down cross-legged and closed my eyes… And I “felt”. I felt strange sensations in my chest and just below my throat. Little electric vortices I had never felt before. I jumped out of bed (where I was sitting)! Then I went back calmly and with great curiosity willing to repeat the experience again. And that’s where it all started. And luckily it never occurred to me to look for meditation groups or similar things. I’ve always done everything by myself. Following that inner voice that I didn’t know at the time was called intuition. Since then I haven’t stopped. And I’ve created my own personal method of research. I didn’t take refuge in “good energies” to distract myself from the pains of life. I did exactly the opposite: I went to look for my dark areas, the painful ones, and then I started to “pull down” the energy. I did it to heal. Really heal. That is, to be reborn.
Today the situation has almost turned upside down. My mind is always very present and active. But it is no longer alone. Today I also feel my heart. And it comes more and more spontaneously. This feeling is still faint, almost perceptible. But it is progressively evolving. I have worked on it for a long time and seriously. I know it inside me. It is only a matter of time.
Sono una persona dal mentale molto attivo. E infatti questa è la mia sfida. Spostarmi dalla mente al cuore. È un percorso lunghissimo che ho intrapreso tanto tempo fa. Ma ora, dopo tanti anni e tanta concentrazione, comincio finalmente a vederne i risultati. Non è scontato per una persona che ha sofferto molto e di continuo. La sofferenza prolungata in un essere umano ha proprio questo effetto: separare la mente dal resto del corpo. Dalle emozioni. Perché queste sono troppo violente per essere anche solo accolte. Figuriamoci gestite. E così accade che il tuo inconscio si convinca che hai bisogno di una tregua. Provvedendo a staccare per te le comunicazioni tra un piano e l’altro dell’essere. E all’improvviso ti ritrovi imprigionata laddove l’energia ti spinge. Nella testa, appunto. Perché non sei più radicata o non lo sei mai stata. E allora l’energia non potendo piantarti a terra, dove sentiresti tutta la tua storia tormentarti senza tregua, ti spinge in alto, nella testa. È lì che inizi a vivere. È lì che tutto accade. E per rendersi conto che stai vivendo la tua vita in una gabbia mentale ci vuole fortuna. O meglio, ci vuole che la Coscienza decida che è ora di reintegrare le diverse parti di te e fa capolino mettendoti in quelle circostanze o situazioni in cui improvvisamente ti rendi conto di come stanno le cose e che quel che ti pareva normale, cioè vivere nella tua testa, in realtà non lo è mai stato. Da lì inizia un lungo percorso. All’inizio, perlopiù un calvario. E la strada è anche piena di pericoli. Il più subdolo di tutti è che la mente cerca di riacciuffarti facendoti “pensare“ che avendo scoperto questa inattaccabile verità, ormai sei a posto. Sei un risvegliato. Sei un umano spiritualizzato! È fatta! Quanti se ne vedo in giro così… Queste persone riempiono i corsi di yoga, leggono gli oracoli, frequentano le classi di NL P, le comunità spirituali d’ogni sorta, i centri olistici , suonano sgangherati tamburi sciamani su Tik Tok, scrivono ispirate poesie spirituali sulla bacheca di Facebook… E potrei andare avanti con la lista, che è piuttosto lunga. Parlano di spiritualità e dispensano consigli che sono come scorciatoie che non risolvono nulla.“devi aprire il tuo cuore!”. “È ora di radicarti!“. “Devi perdonare!“. “Si grato!“.“Svegliatevi!!!@*! #!!!!”. Il bypassing è un fenomeno che gli psicologi conoscono bene. E cioè quella tendenza della psiche -ovvero la mente-, che col tempo diventa strutturale, a rifugiarsi o fuggire in quella che loro credono essere spiritualità per evitare di avere a che fare con gli aspetti dolorosi e ancora ben sepolti della propria vita.
Quando 25 anni fa ho cominciato il mio percorso spirituale, per fortuna ero da sola. Non facevo parte di nessun gruppo o scuola di pensiero. Un tizio mi aveva regalato un libro di un certo Satprem, un’intervista del suo incontro con un certo Sri Aurobindo e una tizia che si faceva chiamare “La Madre” e da lì è iniziato tutto. Per gioco, un giorno mi sono seduta a gambe incrociate ed ho chiuso gli occhi… Ed ho “sentito“. Ho sentito delle strane sensazioni nel petto e subito sotto la gola. Dei piccoli vortici elettrici mai percepiti prima. Sono zompata fuori dal letto (su sul quale mi ero seduta)! Poi ci sono ritornata con calma e gran curiosità e ho provato a rifare l’esperienza. E da lì è cominciato tutto. E per fortuna non mi è mai venuto in mente di cercare i gruppi di meditazione o cose simili. Ho sempre fatto tutto solo da me. Seguendo quella voce interiore che allora non sapevo si chiamasse intuizione. da allora non mi sono più fermata. Ed ho creato un mio metodo personale di ricerca. Non mi rifugiavo nelle “belle energie” per distrarmi dai dolori della vita. Facevo esattamente l’opposto: andavo a cercare le mie zone d’ombra, quelle dolenti, e poi mi mettevo a “tirare giù“ l’energia. Lo facevo per guarire. Guarire veramente. Cioè, rinascere.
Oggi la situazione si è quasi capovolta. La mia mente è sempre molto presente e attiva. Ma non è più sola. Oggi sento anche il cuore. E mi viene man mano sempre più spontaneo. È ancora flebile questo sentire, quasi percettibile. Ma sta progressivamente evolvendo. Ci ho lavorato a lungo e seriamente. Dentro di me lo so. È solo questione di tempo.