The Writer’s Diary #2: describe from within

A week after the first page of the diary, I still haven’t done any descriptions. I wanted to identify the best ones in the history of literature and work on them. But now, however, it seems more appropriate to start from myself. To start from my subjective point of view. Which can also very well be banal. I am not a professional writer. I am a person who loves her own creativity. Her own imaginative world. And so it is normal that is where I feel the urge to start. I want to apply to myself what I tell my students. And that is, to put into writing what comes from inside me. And it doesn’t matter if it will be beautiful or ugly. Especially at the beginning. What matters is to start exploring my ability to describe. It is something I really care about. And if the result is not poetic enough, I don’t care! I am sure that by repeating the experience again and again and again I will one day get to write at least decent descriptions. I repeat, I want to write the stories that are inside me. I am not doing all this to become a professional writer. Of course, I am always open to all the possibilities of life. However, my initial intention is to give my creativity a moment to express itself without judgement and in complete freedom. I trust that by allowing it to play and express itself as it wants, in the end, results will arrive that may even surprise me in a positive way. It is like this for everything. At least, it is for me. I need to play before getting serious. And this is my playground.
A piece of advice I want to give myself is the same advice I gave to a boy, or rather a young man of thirty, who came to my class about a week ago and that is: make short descriptions. At least at the beginning, play it short. Don’t go on and on, because it could become difficult and tormenting. Especially at the beginning. When you feel like you can launch into longer, more detailed and richer descriptions, I have every confidence that you will. So at this moment, don’t force yourself. Describe the essential. And if you feel like you want to enrich because the ideas come to you without effort, then go ahead.

 

 

A una settimana di distanza dalla prima pagina del diario, non mi sono ancora soffermata sullo studio delle descrizioni. Volevo individuare le migliori descrizioni nella storia della letteratura e lavorare su di esse. Adesso invece mi sembra più opportuno partire da me. Partire dal mio punto di vista soggettivo. Che può essere benissimo anche banale. Non sono una scrittrice professionista. Sono una persona che ama la propria creatività. Il proprio mondo immaginifico. E quindi è normale che è da quello che sento l’impulso di partire. Voglio applicare a me quello che dico ai miei studenti. E cioè, di buttarmi a scrivere quello che mi viene da dentro. E non importa se sarà bello o brutto. Soprattutto all’inizio. Quel che importa è iniziare ad esplorare la mia capacità di descrizione. È una cosa a cui tengo veramente tanto. E se il risultato non sarà abbastanza poetico, non mi importa! Sono sicura che con ripetere l’esperienza ancora e ancora e ancora arriverò un giorno a scrivere delle descrizioni quantomeno decenti. Lo ripeto, io voglio scrivere i racconti che ho dentro. Non sto facendo tutto questo per diventare una scrittrice professionista. Certo, sono sempre aperta a tutte le possibilità della vita. Però la mia intenzione di partenza è quella di regalare alla mia creatività un momento per esprimersi senza giudizio e in piena libertà. Ho fiducia che permettendole di giocare ed esprimersi come vuole alla fine arriveranno dei risultati che potranno anche sorprendermi in positivo. È così per tutto. Almeno, lo è per me. Io ho bisogno di giocare prima di fare sul serio. E questo è il mio campo giochi.
Un consiglio che mi voglio dare è lo stesso consiglio che ho dato a un ragazzo, piuttosto un giovane uomo di trent’anni, che è venuto a lezione da me una settimana fa circa e cioè: fai descrizioni brevi. Almeno all’inizio, gioca sul breve. Non dilungarti, perché potrebbe diventare difficile e tormentoso. Soprattutto all’inizio. Quando ti sentirai di poterti lanciare in descrizioni più lunghe, più dettagliate e più ricche, ho fiducia certa che lo farai. Per cui in questo momento non ti forzare. Descrivi l’essenziale. E se senti di voler arricchire preché le idee ti arrivano senza sforzo, allora procedi pure.

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Hi I am Francesca, an Italian who since 2013 has been living as a volunteer in that fantastic, complex and exciting experiment called Auroville, an international community located in Tamilnadu, in southern India. I opened this blog, to which the vlog of the same name is linked, because the time has come for me to delve into the art of writing. My dream is to be able to publish those short stories that I have been cultivating inside me for many years but have never yet dared to put on paper. Now I’m ready to give myself this chance and I’m definitely setting out on this new adventure. Would you like to take this journey with me?

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