From Doha to where

11-15-2924

Waiting room at Doha airport for Fiumicino

It’s seven in the morning local time. In Auroville it’s about 9:30. In Rome, 5.

I don’t know what to expect.

My mother fractured her pelvis. Now she’s in bed. She has about 25 more days. In the meantime she’s taking a drug treatment that could be harmful to her kidneys. Today she’ll have a blood test to check it. In about nine hours I’ll be back in Rome. It’s impossible for me to know how long I’ll be there. Certainly not less than three months. She has to go through rehabilitation. If she manages to get back on her feet. And if so, how.

Pluto.

Starting tomorrow it’ll be like a worldwide devastation. We’ll see if it’s unconscious or external. In the meantime I’m very tired. The decision to leave was made on the fly, lightning-fast. At first I tried to organize help for her while staying in India. I found her a carer who goes to her for two hours in the morning and two hours in the evening. Then there is Valentina, who is waiting to be called for a breast biopsy. So she is tired too, much more than me, and worried and therefore not in a position to help my mother as she should. Finally there is Roberto, the nurse who goes to inject her with heparin every evening. Heparin is a medicine that blocks the formation of clots in those people who are forced to remain bedridden for long periods. Together with Clodi, biphosphate, it is the medicine that could have a negative impact on my mother’s already compromised kidneys.

As I wrote, I am tired. I made the decision to leave four days ago, when my mother told me she had a fever. And then I understood that I could not leave her alone. I tried, but the help she receives from the nurses and Valentina is not enough. At night she is alone. She cannot have breakfast until 10:30 in the morning. And then she has to have lunch by 12:30 because Ida, the Georgian caregiver, leaves at that time. She is Putin-like, she tells me worriedly. She is too different from “us”. And then Roberto the nurse is a fascist, mostly very rude. And so, she needs the presence of a family member with whom she shares basic values. But just the values. Because in essence, my mother is the most illiberal person I know. So she needs help, and to date I am the only one who can satisfy her needs. Anyway, someone has to take chamber pot out of her bedroom first thing in the morning. Because it stinks and the air becomes unhealthy. Certainly not the best environment for healing.

And in all this, how do I feel? I still don’t know. I will find out at home. That place with heavy energies and violent and painful memories. One thing I can say for sure: I am not coming back full of enthusiasm and motivation. Of course, I am sorry for what she is going through but I can’t feel that Red Cross-like transport that overwhelmed me a year and a half ago, when she was hospitalized for fainting. Too many things I have seen and discovered in these last months. Too much evil revealed. And my illusions of having an emotional relationship with my mother, swept away irremediably.

But I write these things now, sitting on the comfortable leatherette armchairs in the waiting room at Doha airport, while I wait, very tired, for the Boarding for the flight that will return me to the clutches of Rome. May God help me.

The photo I took a few minutes ago and that I will post together with these lines is very true. I am tired. I have not slept for days. I am worried. How long will I be away from Auroville? What will happen in the next few days? Why in a period so astrologically dense with Shadow has life decided to send me back to Rome? What is my task? How will this situation develop? That has become entangled with other already difficult situations, burdening you with an incredible weight?

We’ll see, this is the beginning of a new journey. A journey to hell. I did well to cultivate so much Light in a disciplined way. This is the verification of all the work done. And those who live will see.

It makes me laugh but… Who knows if I will survive these trials!

 

 

15-11-2924

Stanza di attesa all’aeroporto di Doha per Fiumicino

Sono le sette del mattino locali. Ad Auroville sono circa le 9:30. A Roma, le 5.

Non so cosa aspettarmi.

Mia madre si è fratturata il bacino. Ora sta a letto. Ne ha ancora per 25 giorni circa. Intanto sta facendo una cura farmacologica che potrebbe risultare dannosa ai reni. Oggi farà il prelievo di sangue per verificarlo. Tra circa nove ore sono di nuovo a Roma. Per quanto ci rimarrò mi è impossibile saperlo. Di certo non meno di tre mesi. Deve fare la riabilitazione. Sempre che riesca a rimettersi in piedi. E se nel caso, come.

Plutone.

Da domani sarà tipo una devastazione mondiale. Vedremo se di carattere inconscio o esteriore. Io intanto sono stanchissima. La decisione di partire è stata presa su due piedi, fulminea. Dapprima ho cercato di organizzarle l’aiuto rimanendo in India. Le ho trovato una badante che va da lei due ore al mattino e due ore alla sera. poi c’è Valentina, che però sta aspettando che la chiamino per una biopsia al seno. Perciò è stanca anche lei, molto più di me, e preoccupata e quindi non in condizione di aiutare mia madre come si dovrebbe. Infine c’è Roberto, l’infermiere che va ad iniettarle l’eparina ogni sera. L’eparina è un medicinale che blocca la formazione di coaguli in quelle persone che sono costrette a rimanere bloccate a letto per lunghi periodi. Insieme al Clodi, bifosfato, è il medicinale che potrebbe avere un impatto negativo sui reni già compromessi di mia madre.

Come scrivevo, sono stanca. La decisione di partire l’ho presa quattro giorni fa, quando mia madre mi ha comunicato di avere la febbre. E allora ho capito che non potevo lasciarla sola. Ci ho provato, ma l’aiuto che  riceve da parte di infermieri e  di Valentina non è sufficiente. Di notte è sola. Non può fare colazione fino alle 10:30 del mattino. E poi però deve pranzare entro le 12:30 perché Ida, la Badante georgiana, se ne va a quell’ora. è Putiniana, mi dice preoccupata. È troppo diversa da “noi”. E poi Roberto l’infermiere è un fascistello perlopiù molto rozzo. E niente, ha bisogno della presenza di una persona di famiglia con cui condivide valori di base. Ma giusto i valori. Perché nella sostanza delle cose, mia madre è la persona più illiberale che conosca. Quindi ha bisogno di aiuto, e a poter soddisfare le sue esigenze ad oggi ci sono solo io. E poi è giusto che qualcuno le levi il vasetto da notte dalla camera da letto di prima mattina. Perché puzza e l’aria si fa insalubre. Certo non il miglior ambiente per guarire.

E in tutto questo, io come mi sento? Ancora non lo so. Lo saprò a casa. Quella casa dalle energie pesanti e dalle memorie violente e dolorose. Una cosa la posso affermare di certo: non sto tornando piena di entusiasmo e motivazione. Certo, mi dispiace per quello che sta passando ma non riesco a sentire quel trasporto da crocerossina che mi ha investita un anno e mezzo fa, quando fu ricoverata per gli svenimenti. Troppe cose ho visto e scoperto in questi ultimi mesi. Troppa la cattiveria svelata. E le mie illusioni di avere un rapporto affettiva con mia madre, spazzate via irrimediabilmente.

Ma scrivo queste cose ora, seduta sulle comode poltrone simil pelle della sala d’attesa dell’aeroporto di Doha, mentre aspetto, stanchissima, il Boarding per il volo che mi riconsegnerà nelle grinfie di Roma. Che Dio mi aiuti.

La foto che ho scattato qualche minuto fa e che posterò insieme a queste righe è molto vera. Sono stanca. Non ho dormito per giorni. Sono preoccupata. Quanto starò via da Auroville? Cosa accadrà nei prossimi giorni? Perché in un periodo così astrologicamente denso d’Ombra la vita ha deciso di rispedirmi a Roma? qual è il mio compito? Come si svilupperà questa situazione? Che si è venuta ad incastrare con altre situazioni già difficili, gravandovi con un peso incredibile?

Vedremo, questo è l’inizio di un nuovo viaggio. Un viaggio all’inferno. Ho fatto bene a coltivare disciplinatamente tanta Luce. Questa è la verifica di tutto il lavoro fatto. E chi vivrà, vedrà.

Mi viene da ridere ma… Chissà se sopravviverò a queste prove!

Copyright © 2024 by Francesca Emilia Papale

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Hi I am Francesca, an Italian who since 2013 has been living as a volunteer in that fantastic, complex and exciting experiment called Auroville, an international community located in Tamilnadu, in southern India. I opened this blog, to which the vlog of the same name is linked, because the time has come for me to delve into the art of writing. My dream is to be able to publish those short stories that I have been cultivating inside me for many years but have never yet dared to put on paper. Now I’m ready to give myself this chance and I’m definitely setting out on this new adventure. Would you like to take this journey with me?

Other Related Posts

error: Content is protected !!